Armonizzare cuore e cervello amplifica la nostra intuizione e l’azione della nostra intelligenza del cuore.
La complessità del cuore, partendo soprattutto dalle ricerche di Heartmath degli ultimi 35 anni, è sempre più oggetto di studi e chi prima dubitava che il cuore avesse una sua intelligenza, ora ha tutti i motivi per ricredersi.
Per millenni, nelle tradizioni antiche, dagli egizi alla Bibbia, il cuore è stato collegato alle nostre qualità positive, alla memoria personale, al centro del pensiero, dell’emotività, della personalità, insomma è stato considerato l’organo più importante del corpo.
Fu Leonardo il primo a comprendere che cuore e cervello fossero collegati e interdipendenti, connessi, ma con Cartesio iniziò un predominio del cervello sul cuore, che ancora ci portiamo dietro e che ha in qualche modo scisso questa unione cuore-cervello.
Quello che hanno scoperto gli studi di Heartmath, di cui sono la prima trainer italiana ufficiale, è che cuore e cervello sono codirettori e collaborano nella condivisione di informazioni più di quanto si poteva pensare, e ora sappiamo anche come.
Il cuore comunica al cervello attraverso il ritmo cardiaco, che non è assolutamente fisso, come potremmo immaginare – cioè il nostro battito non ha un ritmo standard, come se fosse un metronomo – ma è variabile: la variabilità del battito cardiaco (Heart Rate Variability – HRV), misurabile con un elettrocardiogramma, ma anche con un dispositivo ideato da Heartmath, è il dato cruciale che ci permette di comprendere molto della connessione cuore-cervello.
La variabilità del battito cardiaco è massima quando nasciamo ed è legata alla nostra salute: più distanza c’è tra i picchi massimi e i minimi, più siamo sani, flessibili, adattabili, pronti al cambiamento: quando siamo bambini essere flessibili e adattabili è cruciale per il processo di apprendimento, e, come cresciamo, la variabilità del battito cardiaco diminuisce, fine a diventare pari a zero, e lì arrivano le malattie serie.
La variabilità del battito cardiaco si può allenare e potenziare e a DonnaOn ti insegnerò come farlo: la cosa interessante è che uno schema di variabilità di battito cardiaco ci fornisce anche informazioni sul nostro stato psicofisico, sul nostro benessere e sul nostro allineamento cuore-cervello.
Quando abbiamo una HRV coerente, armonica, con onde sinusoidali, cuore e cervello sono in armonia, e questo è il modo che ha il cuore di dire al cervello che può andare al suo massimo. Viceversa, quando abbiamo una HRV caotica, cuore e cervello sono completamente disconnessi, e il ritmo cardiaco caotico compromette le funzioni avanzate del cervello, mandandolo in panne. È come se il cuore non desse il suo benestare al lavoro del cervello, minandone l’efficacia.
La nostra HRV è poi fortemente legata al nostro stato emotivo: quando siamo stressati e ansiosi, ma anche stanchi e depressi, la nostra HRV è caotica e minore, mentre quando proviamo emozioni legate alle frequenze del cuore, amorevolezza, prendersi cura, apprezzamento, calma, gioia, siamo in “coerenza cardiaca”, l’onda prodotta è armonica e il nostro cervello va alla grande.
L’Istituto di Heartmath ha ideato delle tecniche, semplici ed efficaci, per passare da un ritmo cardiaco caotico alla “coerenza cardiaca” e alla comunicazione e allineamento massimi tra cuore e cervello, stato che permette la connessione potente alla nostra intuizione e all’intelligenza del cuore.
Articolo scritto da Lara Lucaccioni, speaker congresso DonnaON 2019