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Avere un piano che ci permetta di realizzare i nostri sogni

Avere un piano che ci permetta di realizzare i nostri sogni

Il mondo del lavoro sta cambiando, o meglio è già cambiato.
Più che un cambiamento penso sia corretto dire che stiamo assistendo ad una trasformazione globale del concetto stesso di lavoro.
E tutto questo sta avvenendo sempre più velocemente, diventa quindi impegnativo sapersi reinventare e adeguarsi alle nuove necessità.
Sono consapevole che non è facile prevedere come sarà il mondo anche solo tra 5/10 anni ma ora più che mai è importante pensarci e fare qualcosa per assicurarci una qualità di vita ottimale.
Spesso incontro persone che non si rendono conto di cosa stia accadendo, senza piani a medio lungo termine, dove l’unico obiettivo è come arrivare a fine mese.
Io credo che avere un piano che ci permetta di realizzare i nostri sogni sia un diritto ma anche un dovere.
Nello specifico, come donna, sono certa che sia nostra responsabilità crearci una sicurezza e indipendenza finanziaria su solide basi che ci permetta di essere parte attiva nella famiglia e nella comunità.
Negli ultimi 20 anni abbiamo creato una realtà che permette alle donne di avere davvero uguali opportunità di successo e gratificazioni, dove essere donna è un plus e non un gap.
All’interno della femminilità ci sono importanti capacità che, valorizzate adeguatamente possono creare dei risultati eccezionali, una tra queste è “l’indole materna” di default che si traduce in una dote nel saper essere migliori “insegnanti” verso gli altri.
L’attuale sistema educativo e sociale è strutturato per creare nella maggior parte dei casi persone allineate e dipendenti a schemi che permettano il controllo e l’ubbidienza.
Grazie alla mia attività, attraverso la tecnica del coaching, facilito molte donne a riscoprire il naturale bisogno di indipendenza e libertà dove una moderna identità imprenditoriale può aprire le porte ad infinite e inedite possibilità offerte dal mercato attuale.
Essere donna significa anche avere la consapevolezza delle naturale capacità di svolgere tanti ruoli. Questa dote è di immenso valore ora più che mai di fronte alle sfide del mondo oggi, un mondo che ha bisogno di leader forti e lungimiranti.

 

Articolo scritto da Julieta Barros, Speaker congresso DonnaON 2020.

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Il segreto per diventare un’imprenditrice di successo

Il segreto per diventare un’imprenditrice di successo

Vorresti avviare una tua attività ma sei circondata da persone che ti scoraggiano e che ti consigliano di accontentarti del lavoro che hai perché tanto c’è la crisi? Hai già un’attività ma le cose non vanno come vorresti e ti senti un po’ demotivata?

Quando vuoi avviare un’attività o quando l’hai già avviata e le persone intorno a te non sono imprenditrici è normale non sentirsi comprese e non trovare appoggio quando si condividono i propri sogni o le proprie difficoltà. E’ molto più facile sentirsi compresa da un’altra donna che ha il desiderio di avviare una sua impresa o da un’imprenditrice che ci è già passata e capisce molto bene ciò che stai vivendo. Ti sei mai chiesta come mai, in uno stesso paese e in uno stesso momento storico, ci sono persone che si lamentano continuamente che tutto va male e che c’è la crisi, mentre ce ne sono altre che hanno avviato delle attività che funzionano e che continuano a crescere e ad aumentare i propri guadagni? Che cosa fa realmente la differenza?

Uno dei segreti delle imprenditrici che hanno raggiunto il successo è sicuramente il modo di pensare, quello che gli inglesi chiamano il mindset, cioè l’assetto mentale. In altre parole, la mente imprenditoriale è una mente che pensa in modo diverso dalle altre e che intravede opportunità di business laddove gli altri non le vedono. Un stessa realtà può essere letta attraverso punti di vista diametralmente opposti: la stessa situazione viene vista da alcuni come una sfortuna di cui lamentarsi e da altri come un’opportunità da cogliere. E’ come se queste persone osservassero la realtà utilizzando degli occhiali con lenti di colori diversi: un tipo di lenti fa leggere il mondo in modo negativo, come se fosse tutto nero, un altro tipo di lenti fa leggere il mondo in modo luminoso, vedendolo come uno spazio che presenta delle opportunità da cogliere.

Le storie vere di due imprenditrici in grado di trasformare i problemi in opportunità.

Non possiamo chiudere gli occhi e fare finta di niente di fronte alle tante problematiche del nostro pianeta: dai problemi che riguardano il clima e l’ambiente a quelli che riguardano la sopravvivenza e il benessere degli esseri umani. Oltre a questi temi globali, ci sono poi tutti i piccoli e grandi problemi di ogni giorno che ci troviamo a vivere nella nostra quotidianità: dai rifiuti, al traffico all’inquinamento e così via. La presenza di tutti questi problemi sembrerebbe dare ragione ai pessimisti e a quelli che vedono tutto nero. Eppure ci sono esempi di persone che hanno saputo trasformare questi problemi in opportunità, creando delle attività imprenditoriali che hanno permesso loro di raggiungere il successo e, nello stesso tempo, di creare un impatto positivo nel mondo in cui viviamo.

E’ l’esempio di Francesca Fedeli e della sua start up “Mirrorable”. Dopo gli studi in agraria e un’esperienza professionale in aziende del settore alimentare, Francesca diventa mamma di Mario. La sua vita da quel momento cambia radicalmente perché a suo figlio viene diagnosticato un ictus, avvenuto durante la gravidanza, che crea al bambino seri problemi motori. Dopo aver affrontato con fatica dei programmi di riabilitazione presso ospedali e aziende territoriali, Francesca ha l’idea che poi darà vita alla sua start up: creare delle opportunità per i bambini di svolgere delle terapie anche da casa. Nasce così la piattaforma web “Mirrorable” che offre delle video-storie ai bambini che hanno subìto danni cerebrali nei primissimi anni di vita, sfruttando l’efficacia dei neuroni specchio. I neuroni specchio sono quei neuroni che ad esempio ci fanno sorridere di fronte ad un neonato che sorride e che rendono possibile l’apprendimento imitando un’azione o un comportamento. L’azienda è attualmente in fase di ulteriore crescita ed espansione su nuovi mercati.

Un altro esempio virtuoso è quello di “Orange Fiber”, la start up creata da Adriana Santanocito ed Enrica Arena. Adriana è fashion designer, mentre Enrica è laureata in Cooperazione internazionale con esperienza in progetti di comunicazione nel no profit ed entrambe sono originarie di Catania. La loro creatività e capacità innovativa è stata in grado di intravedere nuove opportunità dove gli altri vedevano un semplice frutto. Infatti la loro impresa nasce dall’idea, poi risultata vincente, di ricavare un tessuto ecosostenibile dalla sovrapproduzione di arance, altrimenti destinate al macero. L’azienda ha adesso un team più ampio ed è in fase di espansione. Ha inoltre attratto l’attenzione di diversi famosi marchi nel settore della moda.

Uno dei segreti del successo è sviluppare una mentalità imprenditoriale.

Le storie di queste due start up sono solo alcuni esempi di come sia possibile ribaltare la situazione e trasformare un ostacolo o un problema in una opportunità. E’ possibile sviluppare un business che funziona ed è, al tempo stesso, in grado di avere un impatto positivo.

A questo punto quello che può essere utile per te è capire che cosa ha permesso a queste donne di vedere la realtà con occhi diversi da quelli con cui la vedevano gli altri. Quello che ha permesso a queste imprenditrici innovative di vedere un problema con occhi nuovi è certamente il loro modo di pensare. La mente di un’imprenditrice è una mente che pensa in modo diverso dalle altre, cogliendo opportunità che gli altri non vedono.

E’ quella che viene chiamata la mentalità imprenditoriale e la buona notizia è che la mente imprenditoriale ha delle caratteristiche ben precise, che possono essere scoperte e allenate.

Se anche tu vuoi scoprire quali sono gli 8 elementi che costituiscono la mentalità imprenditoriale e capire come allenarla per raggiungere il successo che meriti, ti aspettiamo il 6-7-8 marzo 2020 a DonnaON, un evento interamente dedicato alle donne, dove ti parlerò di “Mentalità imprenditoriale: come allenarla per raggiungere il successo nella vita e nel business”.

 

Articolo scritto da Miriam Bruera, Speaker congresso DonnaON 2020 e selezionata per il percorso DonnaON PRO 2019/2020.

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L’importanza di scegliere il Tacco giusto

L’importanza di scegliere il Tacco giusto

Quante volte ti sei trovata a dire “vabbè una scarpa vale l’altra” ma che tu ci creda o meno, non è così. E noi donne sappiamo benissimo che non è così.

Una scarpa non vale l’altra, ne tantomeno un Tacco è equivalente all’altro soprattutto quando hai in agenda un impegno importante che riguarda la tua vita professionale.

E se quella data può essere uno spartiacque importante per la tua carriera non puoi permetterti di lasciare tutto al caso. E no!

Nel momento stesso che hai fissato giorno e ora, inizi ad andare alla ricerca dell’outfit perfetto. Perché tu, come è naturale che sia, vuoi sentirti perfetta esprimere te stessa al massimo delle tue potenzialità, sentirti a tuo agio e trasmettere sicurezza e preparazione con ognuna delle persone che incrocerai.

E’ qui che la frase “vabbè una scarpa vale l’altra” non convince anche te.

L’abito, il make-up, i capelli, le scarpe con il tacco racconteranno di te e gli altri ti valuteranno per quello che vedranno e poi sentiranno.

Ma in tutta questa ricerca le scarpe, i tacchi, hanno un ruolo ancora più grande. Si perché sceglierle male i tacchi precluderebbe inesorabilmente tutta la preparazione a cui ti sei dedicata.

Quell’immagine che vuoi far vedere agli altri e con la quale vuoi rafforzare la tua professionalità, preparazione sull’argomento, e/o esperienza maturata in un determinato campo sono il tuo primissimo biglietto da visita.

Convieni con me che scegliere un qualsiasi paio di scarpe (con il tacco) potrebbe risultare una scelta azzardata.

E ti dirò di più.

Hai presente quando vedi una bella donna, vestita di tutto punto con delle scarpe favolose che ha però un’andatura un impacciata, che ha il viso arricciato con delle smorfie di dolore a causa delle scarpe che le fanno male?

Ecco è qui che i tuoi tacchi possono interferire con la tua professione. Perché guardando quella donna senti come se qualcosa non fosse “al suo posto” e il tuo cervello ti dice “non mi convince” e farai una fatica ancora più grande a trasmettere te stessa e la tua preparazione.

E allora come fare per scegliere i tacchi giusti per soffrire meno?

Parti dalle basi, parti dalla conoscenza del tuo piede e delle sue caratteristiche.

E’ assolutamente sconsigliato scegliere, soprattutto per te che hai una pianta larga, la decolleté perché significherebbe assicurarti di soffrire tanto e da subito. Mentre l’ideale sono dei tacchi con una pianta più larga, con cinturini e un’altezza di qualche centimetro più bassa rispetto a quelle che sei abituata ad indossare. E se solitamente non li porti, scegli un tacco non alto, tipo 4-5 cm, magari largo e con 1 cm di plateau.

Se invece hai una pianta stretta con un’arcata plantare alta si alle decolleté, sempre meglio con dei cinturini per evitare che si sfilino mentre cammini e poi rischi di perderle nel bel mezzo della tua esposizione.

E per andare sul sicuro, preferisci un paio di tacchi di colore chiaro, meglio se del tuo stesso incarnato perché si abbineranno a qualsiasi abito (metti che all’ultimo tu cambi idea) e non taglieranno la tua figura, soprattutto se avrai dei cinturini.

E se non volessi scegliere i tacchi per l’occasione?

Il mio consiglio è sempre quello di scegliere un po’ di tacco perché è risaputo che una donna con il tacco (senza discriminazione di altezza) si sente più sicura di sé.

 

Articolo scritto da Anna Natale, Speaker congresso DonnaON 2020 e parte del Team DonnaON 2020.

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DA LIMITE A SFIDA

DA LIMITE A SFIDA

Ogni Obiettivo, per quanto M.A.G.I.C.O. (Misurabile, Attuabile, Grandioso, Identificato, Collocato nel tempo, Onesto), ha un nemico: le convinzioni limitanti… e se credi di esserne priva leggi fino in fondo.

La convinzione è una componente chiave della nostra struttura profonda e insieme ai principi morali dà significato alla nostra realtà. Sono loro a darci certezza circa la realtà e influenzano il nostro pensiero e il nostro focus, sempre loro motivano le nostre scelte e la capacità di concretizzarle. Nascono dalle nostre esperienze e, spesso, da esperienze raccontate, da mappe mentali altrui quali genitori, insegnanti, amici, i media, entrano nella nostra testa e creano un sistema di credenze che fa da filtro alle nuove esperienze. Quando sono potenzianti nulla quaestio, altro discorso va fatto per le convinzioni limitanti; la sfida, in questo caso, è rimuoverle o – ancor meglio – sostituirle.

Il primo passo è pesare le parole che ti rivolgi, cambiare il modo in cui parli a Te stessa. Le parole, sono le prime a tessere la tela delle convinzioni … Ogni volta che dirai a Te stessa “sono un disastro in amore”, starai predisponendo la trama della tua prossima storia, ancor prima che un nuovo incontro si materializzi. Cosa puoi fare per prendere Tu in mano la regia e dare alla tela i Tuoi colori? Cancella subito ogni affermazione di questo genere, correggi la frase l’istante dopo averla pronunciata, magari con un “ho fatto alcune scelte sbagliate nel passato”, evita di identificare Te stessa con il disastro amoroso e renditi conto che, al più, in passato hai fatto scelte sbagliate.

Usa questo favore anche alle persone che Ti circondano, se ti senti dire a Tuo figlio “sei un disordinato”, correggiti immediatamente con “ti stai comportando da disordinato”, puoi non crederci ma fa la differenza!

Vuoi sostituire le convinzioni limitanti con altre potenzianti? Bene, prendi un foglio e una penna, fallo ora e scrivi, identifica le convinzioni limitanti, partendo dalla più palese, ad es. “sono troppo vecchia per imparare una nuova lingua”, fissale su un foglio, ora osservale, ribaltale, una ad una, cancella e scrivi la nuova! Fallo per ognuna. Quando avrai il tuo nuovo elenco cerca conferme nel tuo passato, in ogni occasione nella quale hai avuto successo, o nelle storie di qualcun altro che può essere un esempio e poi agisci!

Se sei solita ripeterti “sono troppo pigra per la palestra”, mettiti scarpe comode e cammina! La manna è già scesa dal cielo e difficilmente tornerà, se vuoi qualcosa dovrai andare a prendertela.

 

Articolo scritto da Onorina Domeniconi, Speaker congresso DonnaON 2020 e selezionata per il percorso DonnaON PRO 2019/2020.

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Vale ancora la pena essere su Facebook?

Vale ancora la pena essere su Facebook?

Si è fatto un gran parlare di Facebook negli ultimi mesi, per la notizia del lancio della propria criptovaluta da parte dell’azienda.

Ma è da qualche tempo che ci si interroga sull’opportunità per i business di essere ancora presenti sulla piattaforma, con alcuni noti brand che hanno deciso di abbandonare questo social.

Facebook però è sicuramente una delle piattaforme più forti per costruire la strategia social di un business. Presenta un numero di utenti attivi al mese nel modo di circa 2,2 miliardi di persone; permette di creare contenuti diversificati e di comunicare a più livelli con i propri consumatori.

Anche se c’è chi ritiene che Facebook sia ormai uno strumento sorpassato, in realtà non esiste ancora un social in grado di eguagliare Facebook in termini di individuazione del proprio pubblico e offerta agli utenti di informazioni e contenuti pertinenti, in modo da creare relazioni durature.

Con miliardi di utenti attivi Facebook e Instagram sono diventati canali pubblicitari imprescindibili per moltissime attività. Mediamente una persona passa complessivamente 50 minuti al giorno su questi social e noi siamo pronti ad utilizzare questi 50 minuti per farci conoscere.

La cosa importante è avere una strategia per attirare l’utente, portarlo all’interno del nostro percorso d’acquisto e infine ottenere una conversione (contatto, acquisto, download di un app ecc..).

Questa strategia varia da caso a caso ed è la parte più complicata quando si imposta una campagna.

Una strada unica non c’è e diffidate da chi vi vende la formula magica valida per tutte le attività. L’unico modo di utilizzare Facebook in maniera ottimale è analizzare le variabili che ci mette a diposizione, studiare il target e i competitor, il percorso d’acquisto e tanto altro.

Quando si parla di Campagne Facebook inoltre si parla anche di Instagram, Messenger e altri posizionamenti esterni al social. A breve sarà possibile fare pubblicità anche su WhatsApp e noi inserzionisti non vediamo l’ora.

Dato che Facebook possiede miliardi di dati sui propri utenti, dati o inseriti spontaneamente o indirettamente attraverso le proprie azioni, possiamo pensare di raggiungere gli appassionati anche della più piccola nicchia di mercato su più social contemporaneamente.

La riposta alla domanda posta all’inizio “Vale la pena essere ancora presenti su Facebook?” è sì… bisogna essere presenti ed essere pronti a far evolvere la propria comunicazione in base ai nuovi strumenti messi a disposizione.

 

Articolo scritto da Stefania Genoni, Speaker congresso DonnaON 2020.

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