Oggi si vive più a lungo, non c’è dubbio a riguardo.
La medicina, nonostante tanti successi con i quali ha permesso un allungamento della vita media, non è riuscita a innalzare la qualità della vita nella terza età.
Viviamo un momento sociale impegnativo anche a livello psicologico perché i modelli delle persone anziane che ci troviamo oggi, non ci fanno avere un approccio ottimista verso questo periodo della vita che comunque tutti noi dovremo affrontare.
Nella mia attività quotidiana mi trovo sempre più spesso di fronte alla sfida di come aiutare persone over 60, ad adottare corretti comportamenti riguardo l’alimentazione e lo stile di vita.
Per loro, cambiare alcune abitudini radicate in tanti anni non è semplice ma è possibile se ci si focalizza su un approccio che evidenzi l’importanza di avere nuovi interessi stimolanti verso la possibilità di vivere meglio e più a lungo.
Avere 60/65 anni e poter fare piani di vita per i prossimi 30/40 è un progetto meraviglioso.
Se l’alimentazione e gli stili di vita sono importanti, un fattore chiave è potersi sentire socialmente utili, non solo in famiglia ma anche nella comunità dove poter coltivare passioni e viverle in modo attivo.
Tutto questo e molto di più è quello che facciamo ogni giorno nei nostri Centri, dando anche la possibilità di trovare un contesto sociale dove sentirsi vivo, accettato nella propria individualità intesa come ricchezza.
Vedere riaccendersi la luce negli occhi di una persona che pensava di essere al capolinea di un’esistenza e in poco tempo si rende conto che può di nuovo sognare, fare progetti ed essere di valore per la vita di altri è impagabile.
L’esempio dato da queste persone “rinate” è anche un fortissimo messaggio positivo per tutte le altre fasce di età.
Diventiamo grandi invece che anziani, un momento della vita perfetto per cambiare paradigmi e crescere in consapevolezza.
Articolo scritto da Julieta Adriana Barros, Speaker congresso DonnaON 2020.