Il segreto per diventare un’imprenditrice di successo

Il segreto per diventare un’imprenditrice di successo

Vorresti avviare una tua attività ma sei circondata da persone che ti scoraggiano e che ti consigliano di accontentarti del lavoro che hai perché tanto c’è la crisi? Hai già un’attività ma le cose non vanno come vorresti e ti senti un po’ demotivata?

Quando vuoi avviare un’attività o quando l’hai già avviata e le persone intorno a te non sono imprenditrici è normale non sentirsi comprese e non trovare appoggio quando si condividono i propri sogni o le proprie difficoltà. E’ molto più facile sentirsi compresa da un’altra donna che ha il desiderio di avviare una sua impresa o da un’imprenditrice che ci è già passata e capisce molto bene ciò che stai vivendo. Ti sei mai chiesta come mai, in uno stesso paese e in uno stesso momento storico, ci sono persone che si lamentano continuamente che tutto va male e che c’è la crisi, mentre ce ne sono altre che hanno avviato delle attività che funzionano e che continuano a crescere e ad aumentare i propri guadagni? Che cosa fa realmente la differenza?

Uno dei segreti delle imprenditrici che hanno raggiunto il successo è sicuramente il modo di pensare, quello che gli inglesi chiamano il mindset, cioè l’assetto mentale. In altre parole, la mente imprenditoriale è una mente che pensa in modo diverso dalle altre e che intravede opportunità di business laddove gli altri non le vedono. Un stessa realtà può essere letta attraverso punti di vista diametralmente opposti: la stessa situazione viene vista da alcuni come una sfortuna di cui lamentarsi e da altri come un’opportunità da cogliere. E’ come se queste persone osservassero la realtà utilizzando degli occhiali con lenti di colori diversi: un tipo di lenti fa leggere il mondo in modo negativo, come se fosse tutto nero, un altro tipo di lenti fa leggere il mondo in modo luminoso, vedendolo come uno spazio che presenta delle opportunità da cogliere.

Le storie vere di due imprenditrici in grado di trasformare i problemi in opportunità.

Non possiamo chiudere gli occhi e fare finta di niente di fronte alle tante problematiche del nostro pianeta: dai problemi che riguardano il clima e l’ambiente a quelli che riguardano la sopravvivenza e il benessere degli esseri umani. Oltre a questi temi globali, ci sono poi tutti i piccoli e grandi problemi di ogni giorno che ci troviamo a vivere nella nostra quotidianità: dai rifiuti, al traffico all’inquinamento e così via. La presenza di tutti questi problemi sembrerebbe dare ragione ai pessimisti e a quelli che vedono tutto nero. Eppure ci sono esempi di persone che hanno saputo trasformare questi problemi in opportunità, creando delle attività imprenditoriali che hanno permesso loro di raggiungere il successo e, nello stesso tempo, di creare un impatto positivo nel mondo in cui viviamo.

E’ l’esempio di Francesca Fedeli e della sua start up “Mirrorable”. Dopo gli studi in agraria e un’esperienza professionale in aziende del settore alimentare, Francesca diventa mamma di Mario. La sua vita da quel momento cambia radicalmente perché a suo figlio viene diagnosticato un ictus, avvenuto durante la gravidanza, che crea al bambino seri problemi motori. Dopo aver affrontato con fatica dei programmi di riabilitazione presso ospedali e aziende territoriali, Francesca ha l’idea che poi darà vita alla sua start up: creare delle opportunità per i bambini di svolgere delle terapie anche da casa. Nasce così la piattaforma web “Mirrorable” che offre delle video-storie ai bambini che hanno subìto danni cerebrali nei primissimi anni di vita, sfruttando l’efficacia dei neuroni specchio. I neuroni specchio sono quei neuroni che ad esempio ci fanno sorridere di fronte ad un neonato che sorride e che rendono possibile l’apprendimento imitando un’azione o un comportamento. L’azienda è attualmente in fase di ulteriore crescita ed espansione su nuovi mercati.

Un altro esempio virtuoso è quello di “Orange Fiber”, la start up creata da Adriana Santanocito ed Enrica Arena. Adriana è fashion designer, mentre Enrica è laureata in Cooperazione internazionale con esperienza in progetti di comunicazione nel no profit ed entrambe sono originarie di Catania. La loro creatività e capacità innovativa è stata in grado di intravedere nuove opportunità dove gli altri vedevano un semplice frutto. Infatti la loro impresa nasce dall’idea, poi risultata vincente, di ricavare un tessuto ecosostenibile dalla sovrapproduzione di arance, altrimenti destinate al macero. L’azienda ha adesso un team più ampio ed è in fase di espansione. Ha inoltre attratto l’attenzione di diversi famosi marchi nel settore della moda.

Uno dei segreti del successo è sviluppare una mentalità imprenditoriale.

Le storie di queste due start up sono solo alcuni esempi di come sia possibile ribaltare la situazione e trasformare un ostacolo o un problema in una opportunità. E’ possibile sviluppare un business che funziona ed è, al tempo stesso, in grado di avere un impatto positivo.

A questo punto quello che può essere utile per te è capire che cosa ha permesso a queste donne di vedere la realtà con occhi diversi da quelli con cui la vedevano gli altri. Quello che ha permesso a queste imprenditrici innovative di vedere un problema con occhi nuovi è certamente il loro modo di pensare. La mente di un’imprenditrice è una mente che pensa in modo diverso dalle altre, cogliendo opportunità che gli altri non vedono.

E’ quella che viene chiamata la mentalità imprenditoriale e la buona notizia è che la mente imprenditoriale ha delle caratteristiche ben precise, che possono essere scoperte e allenate.

Se anche tu vuoi scoprire quali sono gli 8 elementi che costituiscono la mentalità imprenditoriale e capire come allenarla per raggiungere il successo che meriti, ti aspettiamo il 6-7-8 marzo 2020 a DonnaON, un evento interamente dedicato alle donne, dove ti parlerò di “Mentalità imprenditoriale: come allenarla per raggiungere il successo nella vita e nel business”.

 

Articolo scritto da Miriam Bruera, Speaker congresso DonnaON 2020 e selezionata per il percorso DonnaON PRO 2019/2020.

REGALATI IL CONGRESSO >>
Lezioni di pesca: il marketing a portata di impresa

Lezioni di pesca: il marketing a portata di impresa

Il marketing: introduzione e azioni basilari 

Quando si parla di marketing, ultimamente, si ha la sensazione che si stia parlando di una tecnica per ottenere più visibilità, generalmente sui social. Web marketing, facebook marketing, instagram marketing e via di questo passo.

Niente di più falso e niente di più parziale. Non sto dicendo che il web non possa fare parte di una strategia di marketing, ovvio, ma non è tutto lì.

Partiamo dal principio: cosa è il marketing?

“Il Marketing è l’attività, insieme di istituzioni e processi per creare, comunicare, offrire e scambiare le offerte che hanno valore per i consumatori, clienti, partner, e la società in generale.”, si legge su Wikipedia. Per semplificare diremo che il marketing è quell’insieme di attività che partono dalla strategia per arrivare alle azioni concrete alla base di ogni azienda che proponga un prodotto o un servizio al mercato di riferimento. Nel marketing si studiano e si organizzano tutte le attività aziendali: la comunicazione, la vendita, la pubblicità, la distribuzione. Basandosi sulla strategia e sui piani di marketing si organizza l’amministrazione della azienda. Insomma: il marketing è il punto di partenza per farsi conoscere, trovare clienti, guadagnare il denaro che si desidera.

E adesso che lo sappiamo, che si fa?

A questo punto sappiamo che il marketing è alla base di un’impresa. Senza, non si può sperare di avere successo. E come ogni base che si rispetti se è fatto male darà vita ad un progetto fatto male. Quindi quando si parte, è bene farlo con il piede giusto e le giuste competenze.

Alla base di tutto c’è la strategia. Una buona strategia di marketing studia il prodotto o il servizio, il mercato di riferimento, il posizionamento, l’offerta. Poi si passa alla pianificazione: gli strumenti, le azioni e gli obiettivi per arrivare ai risultati. Per ultimo (ma, come dicono gli americani, “last but not least” – ultimo ma non meno importante) l’azione.

Perché senza motore non si arriva da nessuna parte.

Articolo scritto da Sabrina Antenucci, Speaker congresso DonnaON 2020 e presentatrice Congresso, e Corpo docente  DonnaON PRO 2019/2020.

REGALATI IL CONGRESSO >> 

L’importanza di scegliere il Tacco giusto

L’importanza di scegliere il Tacco giusto

Quante volte ti sei trovata a dire “vabbè una scarpa vale l’altra” ma che tu ci creda o meno, non è così. E noi donne sappiamo benissimo che non è così.

Una scarpa non vale l’altra, ne tantomeno un Tacco è equivalente all’altro soprattutto quando hai in agenda un impegno importante che riguarda la tua vita professionale.

E se quella data può essere uno spartiacque importante per la tua carriera non puoi permetterti di lasciare tutto al caso. E no!

Nel momento stesso che hai fissato giorno e ora, inizi ad andare alla ricerca dell’outfit perfetto. Perché tu, come è naturale che sia, vuoi sentirti perfetta esprimere te stessa al massimo delle tue potenzialità, sentirti a tuo agio e trasmettere sicurezza e preparazione con ognuna delle persone che incrocerai.

E’ qui che la frase “vabbè una scarpa vale l’altra” non convince anche te.

L’abito, il make-up, i capelli, le scarpe con il tacco racconteranno di te e gli altri ti valuteranno per quello che vedranno e poi sentiranno.

Ma in tutta questa ricerca le scarpe, i tacchi, hanno un ruolo ancora più grande. Si perché sceglierle male i tacchi precluderebbe inesorabilmente tutta la preparazione a cui ti sei dedicata.

Quell’immagine che vuoi far vedere agli altri e con la quale vuoi rafforzare la tua professionalità, preparazione sull’argomento, e/o esperienza maturata in un determinato campo sono il tuo primissimo biglietto da visita.

Convieni con me che scegliere un qualsiasi paio di scarpe (con il tacco) potrebbe risultare una scelta azzardata.

E ti dirò di più.

Hai presente quando vedi una bella donna, vestita di tutto punto con delle scarpe favolose che ha però un’andatura un impacciata, che ha il viso arricciato con delle smorfie di dolore a causa delle scarpe che le fanno male?

Ecco è qui che i tuoi tacchi possono interferire con la tua professione. Perché guardando quella donna senti come se qualcosa non fosse “al suo posto” e il tuo cervello ti dice “non mi convince” e farai una fatica ancora più grande a trasmettere te stessa e la tua preparazione.

E allora come fare per scegliere i tacchi giusti per soffrire meno?

Parti dalle basi, parti dalla conoscenza del tuo piede e delle sue caratteristiche.

E’ assolutamente sconsigliato scegliere, soprattutto per te che hai una pianta larga, la decolleté perché significherebbe assicurarti di soffrire tanto e da subito. Mentre l’ideale sono dei tacchi con una pianta più larga, con cinturini e un’altezza di qualche centimetro più bassa rispetto a quelle che sei abituata ad indossare. E se solitamente non li porti, scegli un tacco non alto, tipo 4-5 cm, magari largo e con 1 cm di plateau.

Se invece hai una pianta stretta con un’arcata plantare alta si alle decolleté, sempre meglio con dei cinturini per evitare che si sfilino mentre cammini e poi rischi di perderle nel bel mezzo della tua esposizione.

E per andare sul sicuro, preferisci un paio di tacchi di colore chiaro, meglio se del tuo stesso incarnato perché si abbineranno a qualsiasi abito (metti che all’ultimo tu cambi idea) e non taglieranno la tua figura, soprattutto se avrai dei cinturini.

E se non volessi scegliere i tacchi per l’occasione?

Il mio consiglio è sempre quello di scegliere un po’ di tacco perché è risaputo che una donna con il tacco (senza discriminazione di altezza) si sente più sicura di sé.

 

Articolo scritto da Anna Natale, Speaker congresso DonnaON 2020 e parte del Team DonnaON 2020.

REGALATI IL CONGRESSO >>

 

Vale ancora la pena essere su Facebook?

Vale ancora la pena essere su Facebook?

Si è fatto un gran parlare di Facebook negli ultimi mesi, per la notizia del lancio della propria criptovaluta da parte dell’azienda.

Ma è da qualche tempo che ci si interroga sull’opportunità per i business di essere ancora presenti sulla piattaforma, con alcuni noti brand che hanno deciso di abbandonare questo social.

Facebook però è sicuramente una delle piattaforme più forti per costruire la strategia social di un business. Presenta un numero di utenti attivi al mese nel modo di circa 2,2 miliardi di persone; permette di creare contenuti diversificati e di comunicare a più livelli con i propri consumatori.

Anche se c’è chi ritiene che Facebook sia ormai uno strumento sorpassato, in realtà non esiste ancora un social in grado di eguagliare Facebook in termini di individuazione del proprio pubblico e offerta agli utenti di informazioni e contenuti pertinenti, in modo da creare relazioni durature.

Con miliardi di utenti attivi Facebook e Instagram sono diventati canali pubblicitari imprescindibili per moltissime attività. Mediamente una persona passa complessivamente 50 minuti al giorno su questi social e noi siamo pronti ad utilizzare questi 50 minuti per farci conoscere.

La cosa importante è avere una strategia per attirare l’utente, portarlo all’interno del nostro percorso d’acquisto e infine ottenere una conversione (contatto, acquisto, download di un app ecc..).

Questa strategia varia da caso a caso ed è la parte più complicata quando si imposta una campagna.

Una strada unica non c’è e diffidate da chi vi vende la formula magica valida per tutte le attività. L’unico modo di utilizzare Facebook in maniera ottimale è analizzare le variabili che ci mette a diposizione, studiare il target e i competitor, il percorso d’acquisto e tanto altro.

Quando si parla di Campagne Facebook inoltre si parla anche di Instagram, Messenger e altri posizionamenti esterni al social. A breve sarà possibile fare pubblicità anche su WhatsApp e noi inserzionisti non vediamo l’ora.

Dato che Facebook possiede miliardi di dati sui propri utenti, dati o inseriti spontaneamente o indirettamente attraverso le proprie azioni, possiamo pensare di raggiungere gli appassionati anche della più piccola nicchia di mercato su più social contemporaneamente.

La riposta alla domanda posta all’inizio “Vale la pena essere ancora presenti su Facebook?” è sì… bisogna essere presenti ed essere pronti a far evolvere la propria comunicazione in base ai nuovi strumenti messi a disposizione.

 

Articolo scritto da Stefania Genoni, Speaker congresso DonnaON 2020.

REGALATI IL CONGRESSO >>

 

 

Sapevi che il 95% delle nostre decisioni avviene  in maniera istintiva?

Sapevi che il 95% delle nostre decisioni avviene in maniera istintiva?

Hai capito bene: solo il 5% delle decisioni che prendiamo avviene in maniera logica e razionale.

Il 95% delle volte invece, prendiamo una decisione di pancia, ed eventualmente cerchiamo di razionalizzarla in un secondo momento.

Sono Giulia Fidilio e sono una Behavioural Finance Coach, ossia un Coach specializzato in Finanza Comportamentale. So che potrebbe sembrare noioso e complicato, ma al contrario, è un mondo affascinante e divertente.

Ma di che cosa si tratta esattamente?

Di quella disciplina  complementare alla Finanza tradizionale che rende tutto più a umano e interessante.

Partiamo da un dato importante: l‘Economia e la Finanza tradizionali hanno fallito nel tentativo di spiegare il comportamento dell’essere umano quando si tratta di compiere scelte di carattere finanziario.

In teoria siamo bravi e le sappiamo tutte: infatti spesso sappiamo come ci dovremmo comportare in alcune situazioni. A livello logico e razionale.

Solo che poi…non lo facciamo. Perché? Perché non siamo affatto esseri così logici e razionali come ci piace pensare.

Sembra strano, lo so, eppure è veramente così.

Ormai è scientificamente dimostrato che le nostre decisioni avvengono al 95% in maniera istintiva e automatica. Hai capito bene: solo il 5% delle decisioni che prendiamo avviene in maniera logica e razionale. Il 95% delle volte invece, prendiamo una decisione di pancia e poi cerchiamo di razionalizzarla in un secondo momento.

Perché? Semplicemente perché il nostro cervello che funziona così.

Ogni essere umano deve processare enormi quantità di informazioni ogni giorno, e deve prendere decisioni. Per non impazzire – e per non perdere troppo tempo in decisioni semplici tipo “acqua: liscia o gassata?” – il nostro cervello ricorre a delle scorciatoie, che in gergo si chiamano euristiche.

Vale a dire che si creano degli automatismi che ci permettono di decidere più velocemente. Equivale un po’ ad avere una sorta di pilota automatico inserito insomma.

Queste euristiche – o scorciatoie, appunto – ci aiutano a risolvere le sfide che affrontiamo quotidianamente e che possiamo suddividere in queste quattro categorie:

  1. Difficoltà di comprensione
  2. Mancanza di tempo
  3. Sovraccarico di informazioni
  4. Indecisione

Vediamole più nel dettaglio.

Difficoltà di comprensione

Quando non riusciamo a capire bene qualcosa oppure ci risulta poco chiaro, tendenzialmente “riempiamo gli spazi” ricorrendo a generalizzazioni.

Mancanza di tempo o necessità di prendere una decisione rapida

Quando non abbiamo abbastanza tempo per valutare, tendiamo a scegliere ciò che ci sembra

  • più facile;
  • più familiare;
  • più fattibile.
Sovraccarico di informazioni

Mai sentito parlare di ascolto selettivo? Significa semplicemente che quando riceviamo troppe informazioni, diventiamo selettivi in ciò che notiamo. In questo modo tendiamo a notare o a dare più enfasi a cose che riusciamo a richiamare alla mente con facilità.
In alcuni casi arriviamo a tralasciare o omettere parte delle informazioni ricevute.

 

Indecisione

Quando non siamo sicuri di cosa dobbiamo sapere o cosa dobbiamo ricordare, sentiamo solo ciò che percepiamo come importante.

 

Abbiamo visto come il nostro cervello “lavora per noi” creando delle scorciatoie mentali per aiutarci a semplificare le cose e a prendere decisioni in maniera più rapida.

Il che funziona benissimo finché si tratta di decisioni semplici o finché ci aiuta a guidare come se avessimo il pilota automatico inserito.
Funziona un po’ meno bene, come avrai intuito, quando ci porta a prendere decisioni affrettate in ambito finanziario.

 

Articolo scritto da Giulia Fidilio, Speaker congresso DonnaON 2020.

REGALATI IL CONGRESSO >>