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Il lavoro come realizzazione del sé. Inkalce media partner di DonnaOn 2019

Il lavoro come realizzazione del sé. Inkalce media partner di DonnaOn 2019

Trasferire cultura relazionale e ispirazione per chi crede nella rinascita dell’assetto economico e imprenditoriale del territorio in cui vive. È questo l’obiettivo della rivista InKalce, periodico trimestrale media partner del congresso DonnaOn 2019, edito e diretto dalla casa editrice Brainding delle giovani imprenditrici Sabrina Falanga e Michela Trada.

Due giornaliste ma, soprattutto, due donne, che hanno deciso di mettersi in gioco per realizzare i propri sogni: «La mission di InKalce recita “creare una community dedicata a chi sceglie il lavoro come realizzazione del sé e desidera successo professionale e straordinaria qualità della vita” – rivelano Trada e Falanga – Lo stereotipo comune vede le donne realizzate in qualità di mogli, mamme, amiche; in realtà, sono moltissime le professioniste che, quotidianamente, creano qualcosa di meraviglioso per sé e per gli altri e che vale la pena di essere raccontato.

Sulle pagine della nostra rivista vogliamo riportare queste storie per ispirare e ispirarci: il bello e i successi devono essere tramandati al fine di restituire al territorio locale e nazionale la giusta dose di positività aldilà delle convinzioni e dei falsi miti collettivi che hanno generato timori e blocchi soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Una volta conosciuto il progetto DonnaOn ci siamo rese conto della perfetta sintonia dei nostri messaggi: non potevamo non parlarne».

InKalce, ad ogni modo, non è una rivista di genere:

«In realtà non è nemmeno un giornale tradizionale, ma un vero e proprio strumento – dicono ancora le ideatrici di Brainding – Desidera spiegare, attraverso le voci degli stessi imprenditori, cosa significhi fare impresa e come si diventa professionisti del proprio lavoro, ponendosi come soluzione alla mancanza di percorsi formativi dedicati a chi, dopo la scuola e l’università, vorrebbe delle risposte su quali strade intraprendere per realizzarsi. Non solo: InKalce è uno strumento anche per se stessi perché proprio la rivista sarà per l’imprenditore l’opportunità di avere un mezzo di marketing in più, rispetto a quelli tradizionali oggi superati. Come? Nelle pagine di InKalce il professionista sarà raccontato non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche personale – affermano ancora le giornaliste – InKalce, infatti, non è la vetrina in cui esporre asetticamente i propri capi in vendita, ma la tela su cui far emergere il proprio percorso di vita, le proprie capacità lavorative e umane, in un confronto con il lettore che si sente, così, più vicino all’imprenditore stesso. Un metodo, questo, che va oltre il classico format pubblicitario giornalistico e che riesce a essere un acceleratore di visibilità e acquisizione di nuovi clienti, partner e relazioni.

Siamo altresì organo di diffusione principale dell’ente di formazione Asentiv, unico nel suo genere a livello relazionale». Non solo carta: «Per offrire una continuità ai nostri lettori tra un’uscita e l’altra del periodico abbiamo decido di dar vita ad Inkalce.com che vedrà approfondimenti e contenuti visivi extra e tutti gli aggiornamenti dei protagonisti che trovate sulle pagine della rivista – proseguono Trada e Falanga – Ci sarà uno spazio interamente dedicato alle imprenditrici donne con consigli pratici per portare avanti al meglio la propria attività». Dove si trova InKalce? «InKalce ha scelto di non essere in vendita attraverso i comuni circuiti proprio per distinguersi e avere la sicurezza di non perdersi come una goccia in un oceano – dicono ancora le titolari di Brainding – Scelta aziendale è stata quindi quella di riferirsi ai target di riferimento (libero professionisti, piccole e medie imprese) e agli sponsor, affinché questi possano essere un valore aggiunto per le aziende che decidono di affidarsi alla rivista.

Il giornale è reperibile nelle sale dei Grand Hotel e negli Hotel in cui si organizzano regolarmente convegni e incontri; nei circuiti di categoria (sedi Confindustriali e via discorrendo); nelle grandi Università italiane, con le quali gli imprenditori rappresentati da InKalce possono collaborare in un’ottica ispirante e/o lavorativa; nei coworking più frequentati e conosciuti di Milano e Torino; nei grandi eventi imprenditoriali e ai congressi, come ad esempio DonnaOn. Presto la rivista sarà disponibile anche in abbonamento online».

Come faccio a trovare le idee?

Come faccio a trovare le idee?

Una volta una persona che seguo nella preparazione dei suoi discorsi, mi ha chiesto come fare per trovare argomenti per il suo prossimo speech.

“Non ho idee… non mi viene in mente nulla…”, mi ha detto sconfortato.

Talvolta può succedere che ti sia chiesto di tenere un discorso senza particolari indicazioni. E può succedere che – passato l’entusiasmo iniziale – tu dica: “Ok… va bene… ma di che cosa parlo…?”.

Le variabili da valutare possono essere tante.

Per esempio, l’occasione gioca un ruolo fondamentale: è una cena, una festa, una celebrazione, una conferenza di qualche tipo?

Poi chiediti quale può essere l’obiettivo del tuo discorso: intrattenere, informare, divertire, ispirare?

E ancora: dove terrai il discorso? (Sai che la location può essere un fattore fondamentale?)

Ti racconto una mia recente esperienza.

Qualche mese fa mi è stato chiesto di tenere un guest speech all’interno di un evento aziendale. (Cos’è un guest speech? E’ un discorso tenuto da un oratore esterno, ospite dell’evento.)

Dopo avere vinto l’istinto alla fuga, e la successiva perplessità, mi sono posta una domanda molto pragmatica: di cosa posso parlare?

Ho escluso quasi subito di dissertare di argomenti vicino al tipo di prodotto trattato dall’azienda (nello specifico si occupa di elettronica). Infatti o sei un’esperta del settore oppure rischi di fare una brutta figura se tenti di parlare di qualcosa che non sai.

Cosa feci dunque?

Visitai la location (nello specifico il Museo dell’Alfa Romeo) e le idee iniziarono ad affiorare.

Percorrendo i corridoi di quel magnifico luogo (ammirando le automobili esposte e lasciandomi trasportare dalla struttura narrativa dell’esposizione), ho iniziato a ricordare i tempi che furono e decisi di impostare il discorso sul “come eravamo”.

Iniziai una ricerca di notizie e immagini della quotidianità, seguendo la linea del tempo del museo stesso, focalizzandomi sugli ultimi 30-40 anni (per ragioni di età media del pubblico presente).

Fu come ripercorrere la mia vita: i ricordi emersero e – navigando nel web – mi divertii (e mi emozionai) nel preparare un immaginario viaggio nel tempo (non a caso l’esposizione del Museo si chiama “La Macchina del Tempo”).

Tutto questo senza mai dimenticarmi del Cliente: condivisi passo-passo la preparazione, per essere sicura che l’idea fosse approvata e ritenuta adatta all’audience.

Che cosa voglio dire con questo?

Voglio dire che le idee possono arrivare da qualsiasi direzione.

  • Dal contesto nel quale andrai a tenere il discorso.
  • Dal committente stesso.
  • Dall’osservazione della vita reale.
  • Da un articolo letto per caso, che ha stimolato la tua curiosità…
  • Tutto può essere una fonte di ispirazione.

(Questo dissi anche alla persona che stava vivendo un vuoto di idee, e che sta attualmente preparando un discorso sulla base di una esperienza vissuta di recente.)

Quindi sii curiosa di ciò che vedi, leggi e sperimenti.

Tieni aperti i tuoi sensi, osserva il mondo.

E prendi appunti.

Perché da lì partiremo per la costruzione del tuo discorso nel mio workshop a DonnaON.

Ti aspetto!

 

Articolo scritto da Barbara Olivieri, speaker congresso DonnaON 2019 

 

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Cos’è il neuromarketing?

Cos’è il neuromarketing?

Potrebbero essere descritti come discorsi di vendita in base a ciò che sappiamo circa il comportamento umano attraverso le neuroscienze e, di conseguenza, hanno lo scopo di compiacere i desideri del cervello.

Uno degli insegnanti in neurovendite del nostro tempo, Jürgen Klaric, perfettamente coniato il motto di questa nuova strategia di marketing con il titolo del suo best-seller, “Vendi alla mente, non alle persone“.

I 3 cervelli

Sulla base della teoria sviluppata negli anni ’60 da parte del dottore e neuroscienziato Paul McLean, Jürgen Klaric spiega come il processo decisionale opera attraverso il modello di cervello trino che si compone di:

  • Neocortex, la struttura razionale responsabile delle nostre funzioni più sofisticate e trovata solo nei mammiferi.
  • Sistema limbico, la parte che è responsabile della regolazione delle emozioni, della memoria e di come interagiamo con ciò che ci circonda.
  • Il cervello rettiliano, il meno evoluto di tutti, che controlla gli impulsi e l’istinto di sopravvivenza.

Pensi di comprare con la neocorteccia? Niente è più lontano dalla realtà.

Molti studi hanno dimostrato che l’istinto e le emozioni sono ciò che governa la maggior parte delle decisioni che prendi durante il giorno, indipendentemente dal fatto che siano legate al consumo.

Grazie all’avanzamento delle neuroscienze e della tecnologia, l’ipotesi strutturale definita da Paul McLean è oggi troppo semplicistica.

In realtà, i tre sistemi hanno co-evoluto formando una rete dove la separazione tra le parti è sfocata e la comunicazione viaggia attraverso di loro in modo complesso.

Per questo motivo, così come dicono gli esperti in neurovendite Braidot, Renvoise o Jürgen Klaric nel suo libro, anche se il rettiliano controlla gran parte del nostro comportamento, non puoi venderli solo a lui. Devi anche occuparti delle emozioni e della parte razionale della nostra mente cosciente.

Se vuoi vendere, devi convincere i 3 cervelli del tuo cliente.

 

Articolo scritto da Rosa Morel, speaker congresso DonnaON 2019 

 

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Il blocco dello speaker

Il blocco dello speaker

Esiste il blocco dello scrittore. Ed esiste il blocco dello speaker (se così lo possiamo chiamare).

Non mi riferisco al blocco che può accadere sul palco: quel blackout mentale improvviso che ti lascia al buio quei pochi secondi che sembrano un’eternità (lo sai che l’amnesia può essere gestita grazie alla grande preparazione che ti permette di improvvisare?, ma questo è un altro discorso…).

Bensì mi riferisco a quel blocco che avviene durante la sua preparazione.

Sì, perché può succedere di arenarsi durante la stesura.

E può succedere in diversi momenti.

La cosa importante da tenere a mente è che non bisogna drammatizzare: sapendo che può accadere, quando avviene si può ovviare il problema in diversi modi.

Vediamone alcuni.

Un primo blocco può capitare dopo la prima fase di redazione.

Può infatti accadere che dopo avere scritto “a ruota libera” la prima versione del testo, nel tentativo di revisionarlo ci si blocchi incapaci di procedere.

Perché accade?

Perché ti ci sei talmente tanto immersa da ritrovarti incapace di assumere un punto di vista esterno utile a vedere il testo con occhi nuovi, consentendoti così una sua possibile revisione.

In questo caso due possono essere le soluzioni: la prima è il condividere il contenuto con qualcun altro che – a mente fresca – può offrirti un punto di vista nuovo; la seconda è staccare per un determinato lasso di tempo andando a fare altro (distrarsi per qualche ora facendo una passeggiata, svolgere altre attività diverse per tipologia,… insomma prendere mentalmente e fisicamente le distanze per qualche tempo, per riprendere con rinnovata energia).

Un altro possibile blocco (figlio del precedente) si verifica nella incapacità di scegliere cosa mantenere e cosa scartare.

Forse ti sarà capitato di voler dire tante cose (tutto quello che sai), senza lasciare nulla indietro.

Ma cosa può succedere in questo caso?

Può succedere di rischiare di dire troppo.

Con la conseguenza di perdere di vista l’obiettivo del discorso.

Rischiando di lasciare un senso di confusione o inconcludenza in chi ti ascolta.

Saper sfrondare, tagliare, selezionare è fondamentale per tenere alta l’attenzione del pubblico, mantenendolo focalizzato sull’idea che stai trasmettendo.

E il selezionare, lo scegliere, non vuol dire perdere per sempre ciò che non si riesce o non si può dire in quella occasione.

Uno dei capisaldi fondamentali da tenere in mente è che non si butta via niente.

Quello che non si riesce a dire oggi, tornerà senz’altro utile in altre occasioni.

Basta semplicemente metterlo da parte, in forma di appunti e stralci dalla struttura principale, per poterlo recuperare in futuro. Utile per sviluppare un nuovo discorso in una sorta di spin off.

Anche questo faremo nel workshop che terrò a DonnaON: individuare cosa dire e cosa no (imparando a farsi delle domande), archiviando per il futuro argomenti non adatti per l’immediato ma funzionali a sviluppare futuri approfondimenti per creare una sorta di banca dati per la tua comunicazione in pubblico.

 

Articolo scritto da Barbara Olivieri, speaker congresso DonnaON 2019 

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Neurocopywriting: la guida per imparare a vendere al cervello

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Perché compri?

Quando ti fanno questa domanda la prima risposta è razionale.

Per esempio, vai a una gelateria con degli amici e ordinate un gelato al cioccolato e mandorla.

Se ti chiedo perché compri puoi dirmi:

Perché ho fame, perché mi rinfresca, perché mi piace il suo gusto …

E forse è verità, ma NON TUTTA LA VERITÀ.

Nel processo di acquisto che hai appena fatto, intervengono 3 forze:

  • La ragione, il tuo pensiero cosciente.
  • Emozioni, cosa senti per il prodotto.
  • L’istinto, il tuo inconscio.

Quello che rispondi in modo razionale è solo la superficie.

Se ti fermi e rifletti un po’, ti renderai conto che questo cibo ti trasporta all’estate o ti collega con un dolce ricordo.

E se continuiamo a scavare, potremo capire che con questo acquisto hai soddisfatto il bambino a cui non gli hanno sempre dato il gelato che ha chiesto, o che il tuo cervello chiede una nuova razione di zucchero.

Ma questi dettagli sono nascosti nel tuo subconscio e non vengono alla luce con una semplice domanda.

Questo è il motivo per cui gli stessi pubblicisti non possono spiegare perché alcune campagne vendono milioni e altre cadono nell’oblio.

Dopotutto, consapevolmente, non sai perché compri.

 

Articolo scritto da Rosa Morel, speaker congresso DonnaON 2019 

 

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